Approccio alla gara in modo cosciente
Da quando Filippide diede fondo a tutte le sue energie per annunciare la vittoria di Atene sui Persiani, ne è passata di acqua sotto i ponti!. Da allora, la Maratona, codificata sotto questo nome come la gara più dura e impegnativa di tutto lo sport, sia sotto il profilo fisico che mentale, ha portato con sé una serie di errori che è meglio evitare per non arrivare a mancanza di motivazioni o addirittura di repulsione per la corsa stessa. Bisogna dare a questa gara la sua giusta dimensione. E’ importante che il maratoneta gestisca il ciclo psicologico di approccio alla gara in modo cosciente, sapendo esattamente cosa significhi “orientarsi alla maratona”.
È soprattutto una sfida con se stessi, correre una distanza epica. Sia che si parta dal livello di sedentari,sia che si parta dal livello di runner, la molla è la distanza, la sfida nel terminare una prova mai corsa. Se si è ben allenati, già nella prima maratona si può ottenere un tempo vicino ai propri limiti fisiologici. Molti arrivati pertanto chiudono il loro ciclo di maratoneti dopo due o tre maratone perché restano sugli stessi livelli o continuano a peggiorare leggermente.Il grave è che molti chiudono anche con la corsa perché non trovano più quelle soddisfazioni esistenziali che dava loro la maratona.Vengo da un’esperienza devastante, in quanto la maratona di Roma del 1999 fu la mia prima gara. Mi costò un fermo di quattro mesi a causa di un’emorragia all’inguine, ma soprattutto della mia insipienza senza limiti. In tutti i casi, se volete correre una maratona corretela, se volete diventare maratoneti fatelo, ma non dimenticate mai che non è una condizione necessaria per correre per la salute e per il proprio benessere.
Di Gianni Grunieri